martedì 2 aprile 2013

Arsenale di Venezia

In molte opere si parla di navi e navigazione. In particolare delle navi delle Repubbliche marinare che, durante il medioevo, grazie alle loro attività marittime godevano di autonomia politica e prosperità economica.
Tra esse vi era Venezia e nel 21°canto dell'inferno della Divina Commedia del poeta, scrittore e politico italiano Dante Alighieri viene citato l'Arsenale di Venezia che rappresenta l'industria navale dove venivano fabbricate le imponenti navi veneziane. Il primo documento che ne testimonia l'esistenza risale al 1200 circa ed esso rappresenta un'anticipazione di una vera e propria fabbrica in cui, grazie alle catene di montaggio, si assemblavano i vari componenti della nave. Venivano infatti accorpate tutte le attività sparse sul territorio che si occupavano della cost
ruzione di navi e battelli, all'interno di un'immensa struttura dove si riunivano grandi maestri, architetti e operai specializzati che davano vita ad immense imbarcazioni.
Le tecniche utilizzate in questo cantiere erano all'avanguardia. All'interno dell'Arsenale vi erano molti sesti, disegni di profili, scafi delle navi e tutte le attrezzature necessarie.


Riporto i versi della Divina Commedia :

« Quale nell'arzanà de' Viniziani
bolle l'inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani,
ché navicar non ponno - in quella vece
chi fa suo legno nuovo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece;
chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa -;
tal, non per foco ma per divin' arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che 'nviscava la ripa d'ogne parte. »

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXI, vv. 7-18)

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